L’INQUINAMENTO ACUSTICO LEDE IL DIRITTO AL RISPETTO DELLA VITA PRIVATA

L’INQUINAMENTO ACUSTICO LEDE IL DIRITTO AL RISPETTO DELLA VITA PRIVATA

Con una recentissima sentenza del 14 ottobre 2021 la CEDU ha stabilito che nei casi di grave inquinamento acustico viene leso il diritto al rispetto della vita privata.

Alcuni cittadini polacchi che abitavano vicino ad una strada statale si erano rivolti alla Corte di Strasburgo in occasione di alcuni lavori di ampliamento, a causa dei quali erano state previste deviazioni alla circolazione stradale con apertura di un tratto autostradale e conseguente incremento del traffico, con aumento dell’inquinamento acustico e atmosferico.

Chiedevano infatti i danni all’autorità statale ma il ricorso era stato respinto, cosicché si erano rivolti alla CEDU.

La Corte di Strasburgo ha invece accolto le istanze dei ricorrenti, ritenendo sussistente una violazione dell’art. 8 della Convenzione, precisando che quando l’inquinamento raggiunge un determinato livello di gravità e causa un danno ambientale viene leso il diritto al rispetto della vita privata.

Detto diritto include quello a godere dei beni, fra i quali l’abitazione, e dunque anche il diritto a non subire immissioni inquinanti, siano esse acustiche o di altro genere.

Di conseguenza, gli Stati sono tenuti non solo a non ingerirsi in questo diritto, ma anche ad adottare tutte le misure per assicurarne la realizzazione.

Secondo la Corte, anche nei casi di grave inquinamento acustico, gli Stati devono mettere in campo le misure necessarie a non compromettere la realizzazione del diritto al rispetto della vita privata. Proprio la passività delle autorità statali ha portato alla condanna dello Stato in causa tenuto a indennizzare ciascun ricorrente con 10mila euro.

2022-03-21T11:14:50+01:0020 Ottobre 2021|Sentenze|