Un posto sicuro. Una storia vera raccontata da un film

Un posto sicuro. Una storia vera raccontata da un film

Un posto sicuro. Quando un posto di lavoro e la salute non viaggiano sullo stesso binario

Un posto sicuro, Una film che racconta una storia vera. Una famiglia come tante, una storia d’amore sullo sfondo. In mezzo tanto dolore, tante grida di rabbia, di voglia di rivalsa. Stiamo parlando del problema dell’amianto (oltre 4.400 le vittime a oggi), la pellicola del giovane regista ripercorre la più importante delle denunce sociali scattate a partire dagli anni ’70 in Italia, quando alcuni dei lavoratori impiegati nell’azienda di Casale Monferrato cominciarono ad accorgersi che sempre più colleghi si ammalavano di tumore.

Per una volta la macchina da presa grazie anche a un regista, attento conoscitore del suo territorio, delle sue zone, ha voluto affrontare il dramma dell’amianto, che si rivela come un pugno nello stomaco, ma allo stesso tempo ci fa aprire gli occhi e ci fa riflettere. Una corsa senza sosta, tra le nebbie del nord dell’Italia, dalle strade ghiacciate, dal freddo del clima e da una polvere “maledetta” che ogni giorno ha continuato a far ammalare tante persone.

 


Eternit. Un posto sicuro

Vengono ripercorse le tragiche vicende che hanno segnato la vita della Eternit, uno degli stabilimenti più grandi d’Europa deputato alla produzione in campo edile soprattutto di vasche, tegole, tettoie. Era considerato un privilegio lavorarci.

Nel tempo divenne tristemente nota per altri aspetti, visto che numerosi manufatti di loro produzione erano letali in quanto contenente amianto. Proprio quelle piccole fibre, hanno provocato a partire degli anni cinquanta le malattie e i morti. Vennero indetti manifestazioni per avere chiarimenti, arrivarono anche i primi scioperi degli operai per avere maggiore tutela della salute nel posto di lavoro ma la situazione non mutò. Negli anni sessanta la situazione andò peggiorando, visto che iniziarono ad ammalarsi e a morire anche persone che non erano direttamente occupate nella fabbrica, familiari di dipendenti oppure persone che facevano tutt’altra mansione e che non avevano nulla a che fare con Eternit.

Le proteste si fecero sempre più forti, ben presto si prese coscienza che quel numero considerevole di persone che si era ammalato era frutto di quelle maledette esalazioni d’amianto. Purtroppo, erano la causa di quei terribili e letali tumori.

Quando pensiamo alle parole, un posto sicuro all’interno di un posto di lavoro ci vengono in mente due concetti: da un lato l’occupazione a tempo indeterminato che ci dia delle garanzie, la certezza di vivere decorosamente, quanto basta a una persona per sentirsi realizzato, dall’altra la possibilità di vivere in un ambiente salubre. Una tragica ironia visto che nessuno dei due punti sopra citati era vera.

Questo binomio di parole, barcolla fortemente in questo film divenendo ben presto inconciliabile visto il numero crescente di persone che giorno dopo giorno si sono ammalate, dilaniando famiglie e oggi chiedono giustizia provando a sanare quel vuoto irreparabile.

I personaggi di questo film, raccontano proprio questo dramma, difficile da spiegare, storie complicate a livello personale che con il dipanare della matassa del racconto si sciolgono e si ricompongono cercando nella giustizia, un punto comune d’incontro. Una storia che parla di rinascita, di vite che si rimettono in moto e danno un senso al proprio esistere, sullo sfondo di una città che cerca giustizia.

Un posto sicuro: il film

Il film prende spunto da tante voci raccolte. Luca sognava da sempre di fare l’attore, alla fine il pane lo portava a casa facendo il pagliaccio a delle feste private. Della sua famiglia rimane solo suo padre, Eduardo che però non vede mai a seguito di forti litigi che ne avevano segnato l’allontanamento. Anche Eduardo, tipico ragazzo del sud, voleva fare l’attore, inseguire i suoi sogni, ma per sposare la sua innamorata e mettere su famiglia aveva seguito il richiamo del nord e della fabbrica, negli anni 60-70 dell’ottimismo e del senso di futuro.

Non tutto segue purtroppo un filo logico. Assunto presso l’azienda Eternit, posto fisso, una buona retribuzione, era felice, si poteva permettere di togliersi qualche sfizio e vivere in serenità. Sino a quando la malattia, il mesotelioma, non spinge Luca a riconciliarsi con suo padre, in una nuova fase serena e costruttiva. Da lì comincia la battaglia in prima battuta contro la malattia, poi contro l’azienda… con le grida di protesta di tanta gente come Eduardo, con lo sfondo di Casale Monferrato in fermento, che invoca giustizia.

 

Sentenza processo Eternit 1991

Il reato è prescritto. Parole fredde che fanno male. La Corte di Cas­sa­zione ha annullato le due precedenti con­danne, affermando che il reato c’era stato, ma che non era più per­se­gui­bile per il tempo trascorso tra i com­por­ta­menti illeciti dell’imputato e le conseguenti morti. In sintesi, la Corte aveva fatto proprio il concetto di colpevolezza dell’industriale ma non era stato possibile dimostrarlo vista la chiusura dell’impianto nell’anno 1986.

In sintesi, la Corte di Appello di Torino aveva inflitto dopo la sentenza di appello una pena di 18 anni all’industriale svizzero, il magnate elvetico Schmidheiny, oltre al pagamento di oltre 100 milioni di Euro di risarcimento, ma tale sentenza è stata cancellata e seppellita con un colpo di spugna dalla prescrizione. Allo stesso modo purtroppo, anche tutti i risarcimenti che erano stati previsti sono stati cancellati.

Vergogna, ingiustizia è stata fatta. Una pellicola che ha raccontato un dramma, gonfio di vergogna. Una storia che ci deve far riflettere.

Questi fatti non si devono ripetere, se per qualsiasi motivo sospettate che una patologia possa essere correlata a una esposizione professionale a materiali contenenti amianto, non indugiate, è arrivato il momento di agire.

GCP deve diventare il vostro posto sicuro, uno staff a cui affidarsi, una squadra di professionisti sarà pronta ad ascoltarvi.

Contattateci, uno dei membri dello staff sarà al vostro fianco per chiarire dubbi e incertezze. Gestione Crediti Pubblici nasce con un intento preciso, tutelare chi è stato esposto con cause risarcitorie contro lo stato.

2023-09-18T23:48:52+02:0019 Luglio 2023|News, Sentenze|