Pagamento Legge Pinto. La liquidazione degli indennizzi

Pagamento Legge Pinto. La liquidazione degli indennizzi

Pagamento Legge Pinto: cosa succede se lo Stato ritarda nel pagare l’indennizzo?

In più occasioni abbiamo parlato dei diritti che la legge Pinto garantisce ai cittadini italiani e in particolare dell’importante ruolo che riveste nella tutela contro l’irragionevole durata dei processi. Considerato che l’Italia si contraddistingue per le lunghe tempistiche necessarie ai Tribunali per giungere a una sentenza definitiva, una legge di questo tipo assume una rilevanza ancora maggiore rispetto a quando accadrebbe in altri Paesi europei.

Si pensi, al riguardo, che secondo una statistica del 2021 una causa civile dura mediamente, in Italia, più di sette anni e tre mesi nei suoi tre gradi di giudizio. In altre nazioni, come in Spagna la durata è stimata in tre anni e mezzo mentre in Portogallo in addirittura nove mesi.

Pagamento degli Indennizzi

La domanda a cui vogliamo rispondere in questo articolo riguarda cosa accade quando lo Stato, obbligato ad indennizzare un proprio cittadino per l’irragionevole durata del processo in cui è stato coinvolto, non dovesse pagare.

In altri termini, cosa accade se nonostante la legge Pinto i pagamenti al cittadino che ne ha diritto non vengono effettuati?

Pagamento degli indennizzi

Volendo semplificare la risposta, dovremmo dire che una volta che il cittadino ha intrapreso la procedura per ottenere l’indennizzo ai sensi della Legge Pinto e il giudice gli abbia dato ragione, lo Stato è tenuto a pagare. Se l’indennizzo non venisse versato oppure se, come più spesso accade, il versamento venisse effettuato con tempistiche eccessivamente lunghe, lo Stato rischia di peggiorare la propria situazione, andando incontro ad un aggravamento dei costi a suo carico.

Per approfondire questo argomento è utile prendere a riferimento una nota sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo (c.d. Corte EDU) del 2010, la sentenza n. 45867/07, conosciuta come Gaglione contro Italia.

Come abbiamo evidenziato in altri articoli, infatti, la legge Pinto è stata approvata in ragione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, di cui l’Italia è firmataria e alla quale si deve adeguare; tale Convenzione non è solamente un “elenco di principi” bensì impone delle regole che lo Stato italiano deve garantire e rispettare.

Proprio per questo motivo, se i pagamenti della legge Pinto a favore del cittadino che ha diritto all’indennizzo non vengono erogati, lo Stato ne è responsabile quindi ne deve rispondere.

La menzionata sentenza Gaglione contro Italia riguarda proprio un caso in cui dei cittadini denunciavano lo Stato italiano alla Corte EDU perché gli era stato corrisposto l’indennizzo della legge pinto per irragionevole durata del processo con un ritardo compreso tra i 9 e i 49 mesi dalla pronuncia che l’aveva riconosciuta.

In tale occasione, la Corte EDU ha condannato lo Stato a versare a favore dei cittadini che avevano promosso il ricorso un’ulteriore somma di denaro in ragione dell’eccessivo ritardo nel pagamento. A nulla sono valse le giustificazioni avanzate dallo Stato italiano, il quale sosteneva che il ritardo nel pagamento non avrebbe arrecato alcuno “svantaggio significativo” ai ricorrenti.

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Un aspetto interessante che è emerso da questa sentenza riguardo alla legge pinto e ritardato pagamento dell’indennizzo è che la Corte EDU ha stabilito una tempistica entro a quale dovrebbe essere effettuato il versamento. Nello specifico ha evidenziato che la liquidazione dell’indennizzo dovrebbe avvenire entro 6 mesi dal giorno in cui è stata emessa la decisione che l’ha riconosciuta.

Questa importante sentenza è datata 2010 e stando ai dati dei pagamenti della legge Pinto nel 2021 il termine di 6 mesi non sempre viene rispettato. Ciò non toglie che una simile pronuncia ha creato un precedente importante, la quale va a influire non tanto sulle tempistiche dell’erogazione dell’indennizzo bensì sull’effettività di tale diritto. 

Lo Stato non può esimersi dall’indennizzare la persona che ne ha diritto, cosicché l’equa riparazione della Legge Pinto rappresenta sempre più un diritto consolidato per ogni cittadino italiano.

 

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    2023-05-11T10:56:12+02:0013 Luglio 2022|Approfondimenti|