C.P. è morto oggi a causa di un tumore al fegato, presumibilmente causato – secondo l’Osservatorio Militare – dall’esposizione a uranio impoverito nel corso del periodo di servizio del colonnello. “Con questo decesso, arriva a 310 il numero dei militari deceduti a causa della contaminazione da uranio”, afferma l’Osservatorio.
Un “doloroso e freddo conteggio” quello delle vite spezzate dall’incoscienza e dall’incapacità degli uomini ai vertici politici e militari del nostro Paese – dice l’Osservatorio – “trecentodieci sono quelli che contiamo, quelli che ‘emergono’ dalla fossa del colpevole silenzio in cui finiscono giovani vite colpevoli solo di aver servito la Patria e di essersi fidate dei loro rappresentanti. Non ci fermeremo – sottolinea l’associazione in un comunicato – e continueremo a portare avanti la battaglia. Cercheremo di smascherare chi sta cercando d’inquinare le prove, di creare confusione confondendo cause e concause, parlando di effetti dei vaccini pur sapendo che non potrebbero mai essere causa di leucemie o tumori”.
“Trecentodieci morti sono tanti così come i 3.600 malati. Mentre la politica gioca a contendersi il potere, i nostri ragazzi muoiono e la verità, fatta anche di documenti che tutti conoscevano, continua ad emergere. Una lettera ‘riservata’, datata 20 settembre 2000, del Comando centrale della Brigata Multinazionale, evidenzia i pericoli che corre la popolazione civile non informata quando si trova a contatto con residui di proiettili all’uranio impoverito”, conclude la nota.
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